venerdì 17 novembre 2017

Commenti dopo il Convegno di Genova | Stefania Picchioni

Come professionista dell'apprendimento, la mia lettura contestuale e riflessiva va proprio ad alcuni degli apprendimenti scaturiti dal Convegno, in particolare dalla relazione “Humanities 4.0” di Maurizio Ferraris, Docente dell'Università di Torino.
Ferraris ha portato alla nostra attenzione i cambiamenti che stiamo vivendo e che stanno producendo mutamenti significativi nel modo di relazionarsi fra esseri umani e  nel modo di concepire il lavoro.

Un lavoro che ci impegna tutti, e per gran parte della giornata, viene definito da Ferraris “Mobilitazione” si tratta delle attività di consultazione siti internet, apposizione di “mi piace” su pagine e post di Facebook, condivisione di notizie, foto e video, conversazioni in chat, come quelle ormai diffusissime via WhatsApp. Queste attività pervasive non sono retribuite ma generano valore attraverso il traffico dei dati e la produzione di “Documedialità”, vero capitale economico del presente e del prossimo futuro. La produzione di documenti (intendendo anche immagini e video) supera e talvolta sostituisce la produzione di merci: dalla tela di tessuto alla tela digitale. Tutto questo ci porta a considerare l'importanza cruciale della cultura umanistica per la nostra epoca.

Altro elemento degno di nota: a differenza di quanto accadeva per le merci, nel caso della Documedialità i “mezzi di produzione”, ovvero Personal Computer, ma soprattutto Smartphone, sono personali.
Ferraris afferma che più che di “sostentamento” abbiamo bisogno di “riconoscimento” e il fenomeno del “Selfie” è da ascrivere a questa necessità più che al nostro narcisismo, così come una tensione verso l'autoaffermazione, in contrapposizione all'alienazione tipica dei lavoratori delle fabbriche, dove l'operatività era ripetitiva e imposta.

Un accento particolare è stato posto su due fenomeni fra loro collegati: la produzione individuale di post-verità (Ferraris cita il caso delle convinzioni sui vaccini) e l'atomizzazione sociale. Ogni individuo diventa una monade, relazionandosi con il computer o con lo smartphone. Anche un fenomeno aggregante come il Movimento 5 stelle è visto da Ferraris come un'aggregazione di monadi, in cui nessuna caratteristica sociale accomuna fra loro gli individui, come invece avveniva per le classi sociali del secolo scorso.

Lo scenario presentato offre luci ed ombre, e lo stimolo su cui sto riflettendo in questi giorni riguarda la rapida e continua evoluzione delle tecnologie del nostro tempo e i mutamenti inevitabili che ci portano non solo nella quotidianità, ma nel modo di pensare alle cose, al nostro ambiente, a noi stessi, alle persone con cui ci relazioniamo, come d'altronde è già avvenuto altre volte, per esempio secoli fa con l'invenzione della stampa!

In questo contesto come possiamo interpretare al meglio il nostro ruolo noi professionisti dell'apprendimento?
Vi lascio con questo interrogativo e con l'auspicio che il prossimo Convegno Nazionale AIF preveda uno spazio dedicato allo scambio di idee e proposte fra soci.

Un ringraziamento particolare lo dedico ai colleghi, quelli che già conoscevo e quelli incontrati per la prima volta a Genova.
La possibilità di entrare in relazione con persone che vivono in regioni diverse, che hanno vissuti personali e professionali differenti, e di condividere in full immersion spazi, luoghi, tempo e idee ha reso ancora più feconda e piacevole l'esperienza del Convegno.

Stefania Picchioni
Consigliere AIF Lazio

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