martedì 8 agosto 2017

Commento Evento AIF Lazio, 20 Luglio - “La felicità sul posto di lavoro... è un lavoro?”

Qualche mese fa LinkedIn ha pubblicato un articolo contenente i dati di una ricerca effettuata su scala mondiale, che sosteneva che il 70% della popolazione mondiale non è soddisfatta del lavoro che fa. 

In un periodo storico come questo, dove i media non parlano altro che di dati preoccupanti relativi al tasso di disoccupazione, fare una ricerca che affronti la questione del lavoro dalla prospettiva della felicità è da considerare folle o rivoluzionario. In ogni caso mi ha intrigato e l’ho proposto come tema per un aperitivo che con il Direttivo  AIF del Lazio avevamo deciso di organizzare.  

La vera follia in realtà è stata quella di organizzare l’aperitivo in una calda giornata di fine luglio, ma siccome siamo dei temerari, complice anche una bella terrazza gentilmente offerta dallo Studio di Marco Fasella (Intermediazioni Assicurative), Via Avezzana,13, ci siamo lanciati. La cosa bella è che abbiamo trovato anche chi ci ha seguito, e non pochi! 

Partecipanti altrettanto temerari, disponibili a mettersi in gioco e propositivi si sono confrontati e hanno dato risposta a tre domande soggette alle interpretazioni più diverse:
1. La felicità è un lavoro?
2. La felicità nel lavoro?
3. Il lavoro nella felicità? 

Parole chiave e post-it hanno aiutato la riflessione, insieme a due brevi interventi di Daniele Mattoni, autore del libro “Le 10 vie della felicità” e di  Patrizia Bonaca che ci ha spiegato come, attraverso il Focusing, possiamo allenare la capacità di ascolto di noi stessi e dei nostri bisogni. Dalle discussioni in sottogruppi e dalla condivisione finale sono emersi diversi spunti interessanti che provo a riassumere. 

Innanzitutto la felicità non è la pietanza ma il condimento, quindi qualcosa di soggettivo, da creare secondo i gusti, da aggiungere per esaltare i sapori. Il suo impatto va oltre il singolo individuo, per questo non può prescindere dal senso di responsabilità non solo verso se stessi ma anche verso gli altri. 

Richiede consapevolezza, apertura e soprattutto coraggio, perché vuol dire anche compiere delle scelte, cambiare prospettiva, fare collegamenti più ampi e diversi. In tal senso, la felicità nel lavoro così come nella vita privata è collegata all’espressione delle nostre capacità non solo creative ma anche ri-creative, per le quali  la volontà e l’impegno giocano un ruolo importante se non decisivo. 

Il tema ha appassionato più del previsto, per questo motivo abbiamo deciso di portare ulteriormente avanti  la riflessione, magari anche attraverso la realizzazione di un progetto. Dunque a settembre, con le energie rinnovate dalla pausa estiva, riparleremo di felicità e lavoro. La discussione è aperta tutti, anche a coloro che non hanno potuto partecipare all’evento del 20 luglio.

Buona estate!
Claudia Massa

2 commenti:

  1. Ma che bravi!!! Sarò sempre felice di mettere a disposizione la mia struttura per eventi come questo.

    Buon estate

    Marco

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    1. Grazie mille Marco... allora, se ci dici così, ne organizziamo uno presto! ;)

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