domenica 8 dicembre 2019

Fare il proprio volo ogni giorno (*)



di Alberta Manni

“L’unica cosa in fondo che vale la pena (o vale la gioia, ndr) di affrontare è l’impossibile. Già le macchine fanno, e meglio di noi, le cose che appartengono all’ordine del possibile. L’uomo è l’arte e il cammino dell’impossibile”.



Comincio con una seconda citazione (1) la riflessione intorno al seminario: “Esercizi Spirituali di Filosofia Antica”. Un seminario di Formazione Formatori nato da una lettura di alcuni libri di Pierre Hadot, filosofo e studioso di filosofia antica. (2) Una riflessione, quindi non un racconto del seminario di Ottobre, dei contenuti, dei dialoghi (3).

La vita vive e pulsa ogni giorno. Pierre Hadot in una delle sue ultime interviste, all’età di 86 anni definisce l’Esercizio Spirituale: “una pratica volontaria, tutta personale, destinata a provocare una profonda trasformazione dell’individuo, una profonda metamorfosi del sé”. E io mi trovo molto d’accordo nel ricercare e, mutatis mutandis, riproporre oggi gli esercizi. Quelli che i saggi di 2000 anni fa proponevano a se stessi e ai propri discepoli, che avevano scelto di essere filosofi. Filosofi, non esperti o studiosi di filosofia, ma amanti della conoscenza, della saggezza, del vivere insieme ragionevolmente e quindi praticanti la filosofia, cioè un modo di vivere con Sé stessi, nella Polis, nella Natura.

Il punto di partenza è forse un’inquietudine di fondo, il sentirsi sempre in cammino. L’oracolo di Delfi ammoniva “Conosci Te Stesso”, ma “nessuno può conoscersi completamente. Il conoscente diventerebbe conosciuto /…/ e sarebbe la morte dell’uomo /…/ sapendo tutto quello che mi appartiene, né il futuro mi rivelerebbe nulla, né la vita mi mostrerebbe qualcosa di nuovo. Non avrei Libertà” (4). Conosci Te Stesso è un imperativo impossibile, per fortuna, e per questo profondamente umano.

Mi ritrovo adesso con diverse schede preparate per il seminario e alcune decine di aforismi. Il primo della lista: “La filosofia è il mestiere pratico dell’eccellenza morale e null’altro”, Musonio Rufo, romano, concreto. Le schede hanno i seguenti titoli:

  • Il Filosofo e l’Uomo Comune
  • Il Saggio e il Filosofo
  • Il Maestro e il Formatore
  • Pregiudizi sull’Utilità della Filosofia
  • Che cosa è e cosa non è un Esercizio Spirituale
  • Le Regole d’Oro
  • Esempi di Esercizi

E ogni scheda è fittamente densa di appunti. Ogni scheda richiede un Simposio, un dialogo tra chi vuole conoscere, vuole capire, vuole migliorare. Ogni scheda è un balbettio, che vuole diventare una Conversazione, cioè una comunità di vita. Una comunità dove l’esercizio orienta l’attenzione verso il presente, scalpella e lavora incessantemente il blocco di marmo della propria vita per dare forma all’anima. E leviga, e lucida, con la leggerezza di chi si è sgravato del superfluo.

Alberta Manni. Formatrice e Business Coach lavora per lo sviluppo di persone ed organizzazioni. Particolarmente interessata alla comunicazione intrapersonale, interpersonale, nei gruppi e alla dimensione interculturale.

(*) “Fare il proprio volo ogni giorno! Almeno un momento che può essere breve, purchè sia intenso. Ogni giorno un “esercizio spirituale”, da solo o in compagnia di una persona che vuole parimenti migliorare. Esercizi spirituali. Uscire dalla durata. Sforzarsi di spogliarsi delle proprie passioni, delle vanità, del desiderio di rumore intorno al prorio nome /../ Eternarsi superandosi. Questo sforzo su di sé è necessario, questa ambizione giusta”, G. Friedmann, La Puissance et la Sagesse, Paris, 1970


  1. Raimon Panikkar, in La Nuova Innocenza, 1996, Edizioni Servitium
  2. In particolare, Pierre Hadot, Esercizi Spirituali e Filosofia Antica, 2005, Einaudi
  3. Per contenuti, obiettivi e altri riferimenti vedi la locandina di invito.
  4. Raimon Panikkar, ibidem 


Foto di Sage Friedman su Unsplash

1 commento:

  1. Cara Alberta, come filosofa e praticante il Focusing (derivante dalla filosofia dell'implicito di Eugene Gendlin) trovo puzzling la tua associazione tra l'umano e l'impossibile e soprattutto deprimente l'affermazione che le macchine fanno "già" meglio di noi il possibile! Abbiamo bisogno di darci compiti evolutivi, in un momento storico in cui il cambiamento climatico può farci perdere la sfida più importante. E allora perché non dimostrare che di fronte a compiti complessi, che implicano una conoscenza corporea e organismica gli umani sono "ancora" meglio delle macchine?

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