martedì 7 aprile 2020

Mindfulness: 15 minuti che migliorano la nostra giornata


Maria Nigro, consigliera AIF Lazio, spiega i benefici della Mindfulness e ci offre un esercizio pratico per gestire con maggiore efficienza emozioni e pensieri e controllare stress e ansia

I benefici della Mindfulness per gestire con maggiore efficienza emozioni e pensieri e un esercizio pratico per migliorare le nostre abitudini e controllare stress e ansia 


di Maria Nigro



Era da tempo che intendevo seguire un corso di Mindfulness. Era tra i miei propositi prioritari di crescita professionale e l’attuale momento di “isolamento sociale” mi ha concesso tutto il tempo per realizzalo. Ma cos’è la Mindfulness? È una parola non perfettamente traducibile in lingua italiana ma il concetto che più si avvicina è “consapevolezza”. Consapevolezza del momento presente. In parole semplici, la mente che osserva se stessa rimanendo distante dalle sensazioni e pensieri. Vale a dire, prestare attenzione ai pensieri, alle emozioni, alle sensazioni che il corpo invia ma non esserne sopraffatti. L’obiettivo è, dunque, eliminare quella sofferenza causata da ciò che accade attorno a noi, lavorando sui propri stati mentali.

Il fine ultimo della Mindfulness Theraphy è quello di aiutare gli individui a realizzare una trasformazione radicale nella loro relazione con i pensieri, con le emozioni e con le sensazioni fisiche che possono contribuire alle crisi depressive. (Segal et al., 2013) 

La Mindfulness, dunque, aiuta a diventare padroni della propria mente. È la capacità di gestire con maggiore efficienza emozioni e pensieri per controllare quelle reazioni automatiche che ci generano stress e ansia e, migliorare così l’umore.
Un’importante prerogativa della Mindfulness è, infatti, l’attivazione della capacità di “decentramento”, ovvero di essere capace di relazionarsi al contenuto della mente come semplice contenuto mentale e non come dato di fatto. Spesso, infatti, reagiamo alle nostre interpretazioni mentali come se queste fossero i fatti stessi. I pensieri non sono la realtà, essi sono solo nella nostra testa. Per essere più chiari, la paura di essere contagiati non è il contagio in sé, che richiederebbe la trasmissione da soggetti infetti, ma il solo pensiero attiva reazioni psico-fisiche di agitazione a vari livelli.

Il decentramento è la capacità di guardare alle proprie esperienze interne (pensieri, sensazioni, emozioni) come a eventi transitori (che non richiedono una reazione) e non come dati di realtà (Fresco, Moore, et al. 2007)

Lo scopo della pratica della Mindfulness è, dunque, costruire una sana relazione tra il proprio corpo e i propri pensieri, che riesca a proteggere da ansie e angosce. Tema quanto mai pertinente in questo periodo storico. L’ossessione dell’ultima notizia quando prevarica il diritto di essere informati, provoca stati d’inquietudine spesso faticosamente gestibili o almeno non da tutti. Calmare l’angoscia provocata dalle valanghe d’informazioni, più o meno attendibili, che ogni giorno ci sommergono, richiede una solida padronanza dei meccanismi mentali. Essere in grado di gestire lo stress, infatti, risulta un requisito prioritario in periodi, come quello attuale, in cui ci si ritrova catapultati in dimensioni di assoluta straordinarietà.

Cosa ci insegna dunque la Mindfulness? A concentrarsi sul qui ed ora. Ovvero adattarsi alla nuova realtà con la “consapevolezza” della responsabilità verso sé stessi e gli altri.  Come si fa?
In questi giorni di isolamento, uno degli aspetti positivi è che abbiamo la possibilità di provare esperienze che, per fretta o poco tempo, non avremmo mai fatto. Meglio approfittarne adesso che quando saremo di nuovo sopraffatti dai soliti ritmi serrati. Dunque, se non adesso quando? L’invito è di seguire il seguente esercizio dimostrativo (nella pratica i tempi sono più lunghi) che ci fa riflettere sulla consapevolezza del nostro rapporto con la tecnologia e in che modo, questa, influisce sulla nostra capacità di “stare” nel presente.

Esercizio: 

Per una settimana, appena sveglio, evita queste attività̀ almeno per i primi 15 minuti: 


  • Non utilizzare il cellulare. Non consultare applicazioni, notifiche, social ecc. Se sai che avrai bisogno di guardare l’ora, procurati un orologio prima, per svolgere l’esercizio. 
  • Non consultare le email. 
  • Non leggere il giornale. 
  • Non accendere la radio o la tv. 


Nota durante questi 15 minuti quante volte che ti viene l’istinto di guardare il cellulare, accendere la radio o il giornale. Cosa provi? 

Guardati intorno, presta attenzione al tuo ambiente, alla luce, alla colazione, alla sua preparazione. Se non sei solo in casa, osserva i tuoi, i loro comportamenti, ascolta attentamente ciò che hanno da dirti o le conversazioni tra di loro.
Se sei già̀ fuori casa, osserva cosa c’è intorno a te, come se fosse la prima volta. Osserva le persone, le loro espressioni. Fermati ad ascoltare i suoni attorno a te.  Cosa provi? 

Al termine dei 15 minuti, appena puoi, compila un diario, rispondendo alle domande guida o annotando tue osservazioni libere.  Ripeti l’esercizio per sette giorni, e segna ogni giorno le sensazioni. Fai caso ai cambiamenti in atto nel tuo fermarti nel presente, staccandoti dalla frenesia o dall’ansia che ti circonda.

Maria Nigro

Consigliera AIF Lazio, ha insegnato presso l’Università di Bari e La Sapienza a Roma su tematiche inerenti la Comunicazione e le tecniche comunicative. Referente dell’Orientamento, docente di Comunicazione e degli strumenti formativi di INDUSTRIA 4.0 nonché dei colloqui motivazionali e della verifica competenze finali per ITS per le Nuove Tecnologie della Vita. Nello Staff dei formatori nazionali del “Piano per la Formazione del personale” del MIUR con diversi FAD.

La foto è di Natalia Figueredo su Unsplash

Nessun commento:

Posta un commento