martedì 24 marzo 2020

FACCIAMO MUSICA! La metodologia Orff-Schulwerk per l’educazione musicale

Nicola Pangia illustra la metodologia Orff-Schulwerk per l'educazione musicale

La metodologia Orff-Schulwerk educa il bambino alla musica e al movimento per promuoverne lo sviluppo creativo. Attraverso l'improvvisazione il bambino crea la sua musica e si connette con altri ambiti di apprendimento e discipline


Di Nicola Pangia*


Fare musica: una breve frase che incarna l’essenza di un’”attiva-azione” che coinvolge tutte le sfere dell’umano. Già l’antica concezione greca della musikè esprimeva l’insieme delle arti presiedute dalle muse: l'unità globale di suono, movimento e linguaggio espressi attraverso la danza, la musica e il teatro. È quindi possibile, per l’adulto come per il bambino, raccontare e raccontarsi, interagire e comunicare in modo creativo attraverso l’emissione vocale oppure generando suono attraverso il corpo o uno strumento musicale. Il musicista, l’attore e il danzatore imitano e mettono in scena la vita nello stesso modo in cui un bambino fa finta di essere veramente il personaggio di una storia che l’ha affascinato. Tutto questo in un processo costantemente in evoluzione, una costruzione e raffinazione che evolve fino a tradursi in arte.

Una lezione condotta da Nicola Pangia con bambini


Come supportare pedagogicamente un apprendimento globale “in” musica? Carl Orff all’inizio del secolo scorso ha offerto una risposta concreta: “Educazione elementare alla musica e al movimento”, questa la definizione più appropriata dell’Orff-Schulwerk, laddove per elementare, dal latino elementarius, si intende “intrinseco agli elementi” (in inglese elemental) di sostanza primaria, attinente alle origini, ai principi di base. La musica è un linguaggio stimolante che attiva emotivamente e praticamente i bambini in tutte le fasi di sviluppo. Essa ci accompagna dalla primissima infanzia verso l’età adulta restando patrimonio e risorsa per l’interazione nel gruppo in quanto espressione di una bellezza propria dell’esistere, condivisa e riconosciuta da tutto il genere umano.

ORFF-Institut, Salisburgo
ORFF-Institut, Salisburgo


La musica incoraggia e stimola il contatto, l'integrazione nel gruppo, l’espressione di sé e il consolidamento di competenze a 360°. 
La musica può essere considerata, al contempo, il fine come anche uno strumento raffinato per veicolare efficacemente messaggi e contenuti, contribuendo alla crescita di cittadini consapevoli capaci di dialogare al di là degli apparenti limiti culturali o formali.

L’ORFF-SCHULWERK con i bambini dai 3 agli 11 anni


La musica proposta attraverso l’approccio (lo Schulwerk) elaborato da Carl Orff non è una musica banale o semplificata, essa mette in relazione elementi essenziali della parola, del movimento, della danza in una prospettiva nella quale i bambini sono attivi performer di piccole architetture musicali che integrano forme ripetitive, rondò e ostinati. Una musica innatamente umana, corporea e adeguata al bambino. Orff concepisce l’educazione musicale nel quadro di sviluppo creativo del bambino che improvvisa. Per questo motivo non fornisce materiali musicali preconfezionati o troppo complessi, ma sceglie di supportare il bambino nel far da sé, a creare la sua musica connettendolo con altri ambiti di apprendimento e discipline. 

Lo Schulwerk, fin dal suo concepimento, è aperto all’integrazione di culture, forme espressive e prospettive metodologiche relative all’esperienza musicale. Le attività rintracciabili in una lezione Orff-Schulwerk possono essere articolate secondo diverse tipologie di prodotti musicali: canti corali, bordoni costruiti su varie scale e attività ritmiche e coreografiche di movimento e danza.
La strutturazione di materiali di stampo orffiano tiene conto del livello di difficoltà (elementare, primario, secondario) individuando le varie proposte all’interno di aree tematiche quali: il linguaggio, il movimento, l’uso di una specifica strumentazione per l’accompagnamento ritmico o melodico, l’utilizzo di modelli formali, l’improvvisazione, i fondamenti di direzione, educazione all’ascolto, la notazione musicale, come chiaramente indicato nella edizione italiana di Giovanni Piazza.

Le attività rintracciabili in una lezione Orff-Schulwerk possono essere articolate secondo diverse tipologie di prodotti musicali

Ogni adulto, educatore o insegnante che decida di operare secondo la metodologia Orff-Schulwerk, in fase di progettazione e di applicazione con i bambini, incarna questa idea a partire da se stesso, dalla propria cultura, dal proprio vissuto. Questo tratto distintivo dell'Orff-Schulwerk permette alla metodologia di essere costantemente in evoluzione, accogliendo il contributo di tutti coloro che si fregiano di incarnarne il modello. Nelle parole dello stesso Orff:
In ciascuna delle sue fasi lo Schulwerk ha sempre voluto offrire stimoli per l'autonoma rielaborazione; cosicché esso non è mai risolto e concluso, ma è sempre in evoluzione, in divenire, nel flusso

La metodologia

Non soltanto “cosa” fare, ma soprattutto “come” elaborare un percorso formativo, strutturato e al contempo dinamico e flessibile, significativo e ricco di senso? Per chi? Perché? Più dettagliatamente: chi, cosa, come, perché?
Secondo l’approccio pedagogico attivo incarnato dall’Orff-Schulwerk si può tracciare un percorso di carattere operativo e individualizzato (per contesto e utenza) che prevede la partecipazione attiva dell’insegnante nel modo più autentico e vitale possibile.
L’Orff integra e utilizza elementi utili o strategie provenienti da altri approcci e metodi, ad esempio: dalla Music Learning Theory di E. E. Gordon, dall’Euritmica Dalcroziana, dagli studi di R. Von Laban, dal Kodàly ecc. Il gioco costituisce un elemento determinante e trasversale su tutte le proposte contemplate dal progetto formativo, poiché il bambino acquisisce la capacità di sperimentare linguaggi e azioni attraverso regole e modalità che contraddistinguono l’esperienza ludica più significativa.

l’Orff-Schulwerk prevede la partecipazione attiva dell’insegnante nel modo più autentico e vitale possibile.


Fare educazione musicale a scuola


La conduzione di una lezione di musica, che risulti piacevole e al contempo produttiva, richiede un’attenta pianificazione, una modalità efficace di interrelazione e la possibilità di attingere da un ventaglio di proposte diversificate che risultino interessanti e al contempo ricche di “sostanza”.
Oggi come ieri un gruppo-classe può presentarsi come particolarmente eterogeneo e impegnativo nella gestione delle dinamiche relazionali a causa delle diverse sensibilità, interessi, competenze e attitudini; per differenze culturali, di etnia, lingua e religione. Si richiede al docente la capacità di individuare e valorizzare le competenze in entrata e di stimolare l’acquisizione di nuove “skills” nel singolo come nel gruppo e fare in modo che vengano messe in campo - in gioco - in modo virtuoso. È proprio il gioco, da intendersi nella sua accezione più alta, il mezzo principe capace di suscitare interesse e mantenere alta la motivazione ad apprendere. Nei bambini come pure in età adulta. “Giocare è una cosa seria” (J. Bruner). Farlo in musica ne sublima l’essenza. L’elaborazione di un percorso stimolante e l’attuazione di strategie adeguate al contesto agevola l’adesione del singolo e del gruppo a un progetto comune, a una “mission estetica”, che permette un’inclusione vera e un dialogo tra le diversità e le identità, le quali divengono risorsa per il gruppo classe (gruppo di lavoro) e si manifestano concretamente “in” arte.  L’arte del “fare” musica.

Una lezione Orff-Schulwerk condotta da Nicola Pangia


Dalla VOCE --->   al CORPO --->   fino ad arrivare allo STRUMENTO MUSICALE. È possibile esplorare e performare:

  • La vocalità: attività di stampo corale, la voce cantata (unisono, canone, contrappunto, armonizzazioni ecc.), la voce parlata: testi e filastrocche: training vocale e apprendimento di melodie dal mondo. 
  • Il movimento: propriocezione, consapevolezza del corpo e delle possibilità espressivo/performative, movimento creativo e danze strutturate (da lavoro condiviso o di matrice etnica), body-music, una corporeità intesa come fattore fondante dell'apprendimento musicale e comunicazione.
  • Lo strumentario ritmico: esplorazione delle possibilità sonore dello strumentario percussivo (djembe, congas, bongos, sound-shapes, boomwakers, tamburi, strumenti costruiti con materiali di recupero ecc.) Sonorizzazioni di eventi narrati, storie, immagini, emozioni e drammatizzazioni a tema. Realizzazione di brani ritmico-strumentali, ostinati a strati, stacchi, drum-circle e performance strutturate/non (afro, samba ecc.) Integrazione tra movimento, voce e strumenti. 
  • Lo strumentario Orff a piastre: xilofoni, metallofoni, glockenspiel. Realizzazione di brani con l’accompagnamento di strumentario a barre intonate, esplorazione delle scale modali, pentatoniche. Fondamenti dell’arrangiamento per la didattica nella scuola primaria e media inferiore. Alfabetizzazione musicale per la lettura e scrittura della musica (STUDIO49).
Ponendo una particolare attenzione e utilizzando spunti operativi a:
  • Interdisciplina, tra lingua, matematica, storia e materie curricolari. Associazione dell’esperienza musicale con altre forme d’arte: musica e danza/mimo/espressione corporea, teatro-musica, musica e immagine, musica e lettura, musica e arti plastico pittoriche. 
  • Relazione (efficace) e socialità: giochi e attività per l'identità, l'incontro, l'interazione, la cooperazione.

Orff concepisce l’educazione musicale nel quadro di sviluppo creativo del bambino che improvvisa


L’insegnante/operatore, attraverso una specifica formazione da enti accreditati, ha l’opportunità di raffinare competenze:
  • Non verbali: per supportare lo sviluppo personale e sociale dei bambini, aiutandoli a costruire relazioni significative nel gruppo, promuovendo l’ascolto e l’attenzione e affrontare con maggiori risorse specifici deficit (motori, cognitivi, relazionali); 
  • Teorico-musicali: acquisendo fondamentali riferimenti, nozioni e strumenti per utilizzare la musica e il movimento nelle varie sfere cognitive (attenzione, percezione, memoria) 
  • Performative, attraverso la partecipazione e la comprensione profonda di materiali musicali (canti, danze, orchestrazioni ecc.) e del processo di apprendimento soggiacente.
  • Metodologiche, attraverso l’esplorazione di vari approcci didattico-pedagogici tra loro integrabili
  • Interdisciplinari, migliorando la proposta didattico-formativa attraverso l’esperienza che connette musica, danza, e arti e materie curricolari. 
  • Creative, esperendo la dimensione dell’apprendimento cooperativo nella condivisione delle conoscenze e competenze in ambito musicale - oltre che relazionale.
  • Relazionali e nella promozione sociale, stimolando la partecipazione attiva di tutti i bambini, individualmente, in piccoli gruppi, nel grande gruppo attraverso proposte che sappiano ingaggiare interesse e motivare all’apprendimento;
  • Comunicative: esplorando la relazione efficace messa in atto a favorire la performance e dall’auto-valutazione.

Con le seguenti finalità:
  • Apprendere i principi metodologici alla base delle attività. 
  • Ideare in piena autonomia delle efficaci unità di lavoro e “programmare” un percorso didattico da svolgere durante l’anno scolastico coi bambini, integrando gli elementi didattico-pedagogici appresi durante la formazione con quelli preesistenti.
  • Affrontare con creatività e consapevolezza i temi dell’integrazione interculturale, della valorizzazione della diversa abilità e della promozione del benessere e in classe.
  • Possedere un ventaglio di modelli a cui ispirare le proprie scelte operative o da replicare direttamente in classe.

Formatore Orff-Schulwerk

NICOLA PANGIA


Educatore, operatore, Formatore Orff-Schulwerk e e STUDIO49-Teacher 
nicolapangia@gmail.com  

Formatore Orff-Schulwerk in "Strategie interdisciplinari per l’inclusione delle diverse abilità" nel Corso annuale di Formazione Orff realizzato da CDM onlus in convenzione con l’Università di Tor Vergata in Roma; docente di Strumentario Orff presso il corso di laurea in Musicoterapia del Conservatorio di Musica A. Casella di L’Aquila; è educatore (laurea in Scienze dell’Educazione) e operatore Orff per l'educazione alla musica e il movimento in numerose realtà scolastiche capitoline con bambini da 3 a 11 anni. Nel 2019 è nominato “Insegnante STUDIO49” dal prestigioso marchio bavarese creato dallo stesso Carl Orff e ingaggiato come ambassador e promoter poiché esperto nell’uso strumentario didattico Orff e della metodologia didattica ad esso correlata. 
Dal 2016 al 2019 è stato membro del Consiglio direttivo del CDM onlus Centro Didattico Musicale, Responsabile dei progetti curricolari integrativi nella scuola primaria e dell'infanzia e nei nidi.
Dopo un primo avvio lavorativo che ha visto la comunicazione visiva esprimersi in tutte le sue forme (diplomato presso la Scuola Internazionale di Comix, cartoonist, illustratore e graphic/web designer per la Graphisme Snc, Art Director presso la Elife srl – Communication & Marketing è poi responsabile esecutivo della MP Group Spa) seguono diversi anni di studi in campo artistico con numerose esperienze di palcoscenico tra musica (pop, rock, blues etc.) e teatralità. Dalle relazioni tra queste discipline si definisce un nuovo progetto di ricerca, l'incontro con L'Orff-Schulwerk e la sua pedagogia olistica traccia nuovi e concreti orizzonti professionali;
Laurea in Scienze dell'Educazione a cui fa seguito il corso di Laurea Magistrale per l’Educazione degli Adulti e della Formazione Continua, Alta Formazione in Arti-Terapie integrate a sostegno della disabilità, segue un aggiornamento costante in ambito didattico, pedagogico, musicale in una dimensione di educazione permanente rivolta all’azione operativa per l’infanzia, la ricerca, la formazione di professionisti e il coordinamento di risorse umane. 

Progetti di formazione in educazione elementare alla musica e al movimento, a cura di Nicola Pangia.

STRATEGIE INTERDISCIPLINARI PER L’INCLUSIONE: 
• musica, movimento e arti (arti figurative / narrazione / drammatizzazione)
• correlazioni tra musica e altri ambiti curricolari
• integrazione di linguaggi espressivi: transizioni segno – suono - movimento alla rappresentazione plastico-visiva
• apprendimento a cavallo di più aree dello sviluppo: motorio, sensoriale, cognitivo, emozionale, relazionale
• strategie per integrare bambini con diverse abilità in un processo creativo di gruppo
• interazione, comunicazione, collaborazione, valorizzazione delle diverse identità dai 3 agli 11 anni

 L’ESPERIENZA DEL LIBRO ILLUSTRATO TRA PAROLE E MUSICHE IN MOVIMENTO 
• il corpo, il movimento e le emozioni della lettura
• la pedagogia dell’immagine e dell’immaginazione
• multidimensionalità, interdisciplinarità e sviluppo di competenze
• criteri di selezione dei materiali narrativi per bambini dai 3 ai 6 anni
• modelli per la creazione di attività musicali

LET’S ROCK! Un viaggio che attraversa gli stili musicali: tra Rock, Blues, Pop Music, Rap e non solo. Workshop per docenti della scuola media inferiore, superiore e oltre … 
• Arrangiamento su strumentario Orff (melodico e/o percussivo)
• Arrangiamento su strumenti musicali dei singoli partcipanti (chitarra, basso, batteria ecc..)
• Drum/stomp session
• Vocalità
• Body percussion
• Movimento creativo e/o strutturato
• App e multimedialità (drum-machines, applicazioni da iPad/Smartphones)

BIBLIOGRAFIA

  • J. Bruner, A. Jolly - K. Sylva, Il gioco, Volume IV, Il gioco in un mondo di simboli, Armando editore, Roma 1981.
  • L. Chiappetta Cajola, Didattica per l’integrazione. Processi regolativi per l’innalzamento della qualità dell’istruzione, Anicia, Roma 2008.
  • F. Delalande, La Musica è un gioco da bambini, Franco Angeli, Milano 2001.
  • A. Fassone, Carl Orff, Libreria Musicale, Lucca 2009.
  • M. Gammaitoni, La funzione sociale del musicista, EDUP, Roma 2004. p.37
  • H. Gardner, Educazione e sviluppo della mente, intelligenze multiple e apprendimento, Erickson, Trento 2005.
  • D. Goodkin, Play, Sing, & Dance, An introduction to Orff-Schulwerk, Schoot, New York 2002.
  • D. Goleman, Intelligenza emotiva. Cos’è, perché può renderci felici, Rizzoli, Milano 1995.
  • T. Gordon, Relazioni efficaci, La meridiana, Molfetta, Bari 1988.
  • W. Hartmann, B. Haselbach, The principles of Orff-Schulwerk, a cura di M. Grüner, B. Haselbach, S. Salmon, “Orff-Schulwerk Heute, Elementare Musik- und Tanzpädagogik”, n.97, Salisburgo (Austria) 2017, pp. 23-26.
  • C. Orff, Das Schulwerk - Rückblick und Ausblick [Lo Schulwerk: passato e avvenire], “Orff-Institut Jahrbuch 1963 [Annuario 1963 dell'Istituto Orff]”, B. Schott's Söhne, Mainz 1964.
  • G. Orff, Musicoterapia-Orff, un’attiva stimolazione allo sviluppo del bambino, Cittadella, Assisi 2005.
  • N.  Pangia, Parole e musiche in movimento: Esperienze narrative multidimensionali nella scuola dell’infanzia, Tesi di Laurea Università degli Studi di Roma Tre, Dipartimento di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione, Marzo 2017.
  • G. Piazza, Orff-Schulwerk. Musica per bambini, manuale, Suvini Zarboni, Milano 1979-1983.
  • A. Sangiorgio, Orff-Schulwerk come antropologia della musica, “Tesi di Laurea in Etnomusicologia, Facoltà di lettere e filosofia, Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, Università degli studi Tor Vergata”, Roma Marzo 2006.
  • T. Visioli, Variazioni, Elementi per la didattica musicale, Anica, Roma 2004.

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